Il rispetto delle strutture anatomiche in chirurgia parodontale e implantare- diagnostica per immagini

XVIII Congresso Nazionale SIdP 2014

Mario Roccuzzo

Negli ultimi anni si è assistito a un notevole incremento della diffusione di apparecchi radiografici tradizionali e 3D, grazie anche al relativo contenimento dei costi di acquisto e di gestione. Sempre più frequentemente pertanto i pazienti, che si rivolgono al professionista per cure parodontali o per trattamenti implantari, vengono sottoposti a esami radiografici senza, talvolta, la necessaria giustificazione e/o ottimizzazione. A motivo del fatto che lo sviluppo delle tecnologie diagnostiche non si è accompagnato a un pari incremento delle possibilità terapeutiche, frequente è il caso in cui la disponibilità di ulteriori informazioni diagnostiche non produce benefici clinici addizionali al paziente, ma sia utilizzato con sole finalità di marketing.  La situazione appare diffusa, tanto che recenti reviews hanno stimato che circa un terzo degli esami radiografici negli Stati Uniti non siano necessari e che l’1% dei tumori sia conseguenza dell’utilizzo di raggi X a scopo diagnostico. Questi dati invitano la comunità scientifica odonto-maxillo-facciale a rivalutare con attenzione le indicazioni agli esami radiografici, anche in virtù del fatto che molto spesso le complicanze estetiche e/o biologiche sono a partenza dei tessuti molli, e pertanto non evidenziabili radiologicamente. 

Nell’ambito della relazione, verranno presentati numerosi casi clinici, con particolare attenzione alla corretta scelta dei modi e dei tempi di indagine per ottimizzare il risultato clinico, sulla base di diversi fattori quali, ad esempio, le esigenze estetiche e il grado di collaborazione del paziente, la situazione parodontale e ossea dei mascellari.