Impiego delle ritenzioni accessorie nella restaurativa complessa: scelte e operatività cliniche basate sull'evidenza scientifica

Corso di Aggiornamento inter-disciplinare con la collaborazione di AIC e AIOP - ottobre 2014

Riccardo Becciani

Dopo anni di lavori scientifici riguardanti materiali, geometrie, lunghezze, superfici e cementi per i perni, le indicazioni per l'uso di questi sistemi di ritenzione riemerge come argomento di discussione. Sicuramente è avvenuto un cambio di paradigma legato ai vantaggi delle tecniche e dei materiali adesivi che rimette in discussione l'obbligatorietà dell'utilizzo del perno nel restauro postendodontico. 

Il clinico richiederebbe linee guida codificate dall'"Evidenza Scientifica" che però attualmente la letteratura non è in grado di dare per cui è costretto ad operare basandosi sui pochi dati su cui tutti i ricercatori appaiono concordi.

Ecco quindi che il restauro post-endodontico di un dente seriamente compromesso deve essere attentamente pianificato valutando la quantità di struttura dentale residua e la sollecitazione meccanica a cui viene sottoposto. 

Le manovre restaurative di questo elemento devono evitare l’ulteriore sacrificio di struttura sana ma al tempo stesso devono garantirne la massima protezione dal rischio di frattura radicolare. 

I moderni materiali restaurativi applicati con rigorose tecniche adesive sicuramente offrono numerosi vantaggi biomeccanici ed estetici nella ricostruzione di questi elementi. 

Questo tipo di approccio terapeutico sta rivoluzionando il “classico” trattamento effettuato con interventi aggressivi quali l’uso di perni metallici e di corone complete a tutto vantaggio della semplicità d’intervento e della prevedibilità del risultato.