Definizione, classificazione e diagnosi

XVI Congresso Nazionale SIdP 2010

Roberto Rotundo

L'American Academy of Periodontology ha definito i difetti ossei parodontali come alterazioni proprie dell'osso alveolare. Goldman e Cohen nel 1958 classificarono questi difetti in difetti sovraossei e difetti infraossei. Nell'ambito dei difetti infraossei è possibile identificare 4 tipologie di difetti sulla base del numero delle pareti ossee residue: difetti a 1 parete, difetti a 2 pareti, difetti a 3 pareti e difetti crateriformi. Da studi epidemiologici si è osservato come in circa 1/3 dei pazienti affetti da parodontite è possibile riscontrare la presenza di difetti infraossei, prevalentemente sul versante mesiale rispetto al distale; inoltre tali difetti sono stati riscontrati maggiormente in soggetti di sesso maschile, non evidenziando differenze significative tra denti dell'arcata superiore e quelli dell'arcata inferiore. Ai fini diagnostici, le metodiche di maggior utilizzo sono attualmente basate su approcci clinici (sondaggio parodontale) e radiografico (di tipo endorale). Più di recente, nuove metodiche radiografiche come la tomografia computerizzata a raggio di cono (Cone Beam) sono state proposte per una più corretta valutazione di difetti ossei presenti nella regione dento-alveolare.